Ecco cosa devono sapere i produttori dell’UE.
Secondo recenti notizie, la Germania ha deciso di abrogare la legge Supply Chain Due Diligence Act (SCDDA). Inoltre, alcune delle scadenze e degli obblighi previsti dalla direttiva di rendicontazione sulla sostenibilità aziendale (CSRD) sono stati posticipati. Per molti, queste decisioni rappresentano un segnale di via libera all’allentamento della pressione della rendicontazione di sostenibilità.
In realtà, si tratta di un errore, perché, anche se alcune regole stanno cambiando, il quadro generale resta inalterato. La sostenibilità della supply chain è ancora importante per gli enti regolatori, i tuoi clienti e la tua azienda.
Ecco perché i produttori dell’UE non possono permettersi una battuta d’arresto.
1. Sì, le regole stanno cambiando. No, non stanno scomparendo.
La decisione di abrogare la SCDDA ha fatto scalpore.
Ma anche se la Germania sta facendo un passo indietro, l’UE sta procedendo con regolamenti a livello europeo, come la recente proposta omnibus “stop-the-clock”. Questi cambiamenti potrebbero comportare una proroga nella rendicontazione per alcune aziende, ma gli obblighi non sono stati eliminati, sono solo stati riformulati.
E poi c’è il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM), che è già in corso di attuazione. Attualmente, gli importatori di determinati beni (come alluminio, acciaio, cemento e fertilizzanti) devono presentare relazioni trimestrali sulle emissioni. A partire da gennaio 2026, gli importatori dovranno acquistare certificati CBAM che coprono il carbonio “incorporato” emesso durante la produzione, a meno che non possano dimostrare con dati specifici dei fornitori e verificati da enti terzi che le emissioni reali per ogni spedizione sono inferiori ai fattori predefiniti dell’UE (o che un prezzo equivalente del carbonio sia già stato pagato nel paese di origine).
Quindi no, la pressione normativa non si sta allentando: sta diventando più mirata, più complessa e più difficile da ignorare.
2. Anche se la tua azienda non è legalmente tenuta a rispettare gli obblighi, i clienti si aspettano comunque di ricevere i dati necessari.
Ecco cosa non è cambiato: gli acquirenti sono interessati alle supply chain sostenibili. Uno studio recente del JARO Institute ha rilevato che l’82 % delle aziende cita le aspettative dei clienti come motivo principale per cui investe nella sostenibilità, più di qualsiasi regolamento o sanzione.
Questo significa che anche se il CBAM e la CSRD non si applicano direttamente alla tua azienda, potresti comunque dover effettuare la rendicontazione perché sono i tuoi clienti a richiederlo. Sempre più spesso, gli acquirenti B2B fanno della sostenibilità dei fornitori una condizione fondamentale per poter fare affari. La tua azienda potrebbe non rientrare legalmente nell’ambito, ma i tuoi clienti sì, quindi se non riesci a fornire loro i dati di cui hanno bisogno per i loro report da creare con il software CBAM, rischi di perdere contratti.
3. Le prove sono importanti, soprattutto alle frontiere.
In questo nuovo contesto, le dichiarazioni di conformità non sono sufficienti; è necessario avere delle prove.
Il CBAM ne è un esempio perfetto. Entro il 2026, gli importatori dovranno presentare dati sulle emissioni verificati fino al livello del codice NC e dei componenti. Se la tua azienda non è in grado di fornirli, i prodotti potrebbero incorrere in costi aggiuntivi o essere trattenuti alla dogana.
Il regolamento UE sulla deforestazione (EUDR) rappresenta un altro campanello d’allarme. Gli importatori dovranno presto presentare una diligenza richiesta dettagliata e documentata sulla supply chain prima che le loro merci possano entrare nell’UE, e conservare tali dati in archivio per cinque anni. Il messaggio è chiaro: se non si dispone della giusta documentazione, non si ha accesso al mercato.
Lo stesso vale per le tariffe preferenziali previste dagli accordi di libero scambio. Se la tua azienda vuole usufruire di una riduzione delle tariffe, sarà necessario avere dichiarazioni e certificati dei fornitori per dimostrare l’origine. Senza di essi, ti troverai ad affrontare dazi più alti e un maggior numero di grattacapi.
In che modo Assent ti aiuta a rimanere un passo avanti
Le regole continuano a cambiare e rimanere al passo con ogni nuovo requisito può sembrare impossibile. Tuttavia, è chiaro che il mercato si sta muovendo verso una maggiore trasparenza e responsabilità e, se la tua azienda non tiene il passo, i concorrenti ti supereranno.
Ecco perché una soluzione completa per la sostenibilità della supply chain è la scelta migliore. La piattaforma di Assent, basata sull’intelligenza artificiale, raccoglie rapidamente i dati corretti dai fornitori, indica loro esattamente cosa devono inviare e mantiene ogni file pronto per la verifica man mano che le normative evolvono, così la tua azienda potrà rimanere conforme e i profitti saranno protetti.
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