PFAS e obsolescenza dei componenti: agisci ora per evitare le interruzioni

Cally Edgren
By Cally Edgren

Le restrizioni relative alle PFAS non sono una questione normativa lontana nel tempo, ma una minaccia diretta alla capacità di realizzare e consegnare i prodotti della tua azienda. Nel dicembre 2022, 3M, uno dei maggiori produttori al mondo, ha annunciato che avrebbe cessato la produzione e l’uso di sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS). A partire dal 19 gennaio 2024, 3M ha riformulato o interrotto la produzione di quasi 25.000 prodotti realizzati con o contenenti “sostanze chimiche eterne” (forever chemicals). Questa decisione influenza migliaia di aziende attraverso più livelli della supply chain dall’automotive all’edilizia, dall’assistenza sanitaria all’elettronica, fino agli utenti finali che fanno affidamento sulle proprietà uniche offerte dalle sostanze PFAS.

E la 3M non è l’unica azienda ad aver eliminato le PFAS dalla propria supply chain. Altre aziende ne stanno seguendo l’esempio a causa di fattori come l’aumento delle normative, i contenziosi legali, la pressione di clienti e investitori e la preoccupazione pubblica per l’impatto ambientale e sulla salute delle PFAS. Di conseguenza, l’obsolescenza dei componenti diventerà un rischio significativo per i produttori. Prepararsi a questo problema ora, comprendendo dove si trovano le sostanze PFAS nei prodotti e processi della tua azienda, ti aiuterà a gestire le interruzioni della supply chain. 

Perché i fornitori stanno rimuovendo le sostanze PFAS dalle loro supply chain? 

Le PFAS sono caratterizzate da legami chimici stretti, il che significa che non si decompongono nel tempo. Sono state definite “sostanze chimiche eterne” (forever chemicals) perché resistono alla degradazione e possono accumularsi nell’organismo. Alcune ricerche hanno dimostrato che l’uso delle sostanze PFAS può avere effetti negativi sull’ambiente e sulla salute umana

Gli enti regolatori hanno iniziato ad adottare provvedimenti sulle PFAS, emanando leggi che richiedono l’obbligo di segnalazione sulle PFAS o addirittura ne limitano l’uso. Anche l’opinione pubblica sta diventando più consapevole delle PFAS e dei loro effetti negativi sulla salute umana e sull’ambiente. Le cause legali per presunta contaminazione da PFAS stanno diventando sempre più frequenti, sia contro i produttori delle sostanze chimiche che contro le aziende a valle che le utilizzano nei loro prodotti o processi. Vi è anche una rapida crescita di azioni legali collettive per affermazioni fraudolente contro le aziende che commercializzano i propri prodotti come “sicuri”, “sani”, “completamente naturali” o “sostenibili”, ma che in realtà contengono PFAS. 

Anche le compagnie assicurative hanno iniziato a monitorare le sostanze PFAS. Non vogliono correre il rischio di dover pagare cause legali o costi di bonifica derivanti da decenni di contaminazione. Gli assicuratori stanno già limitando la copertura: molte compagnie ora stipulano polizze di responsabilità civile generale commerciale con esclusioni specifiche per le sostanze PFAS, e alcune si rifiutano di sottoscrivere assicurazioni per produttori che considerano ad alto rischio.

Inoltre, l’Investor Initiative on Hazardous Chemicals (IIHC), una coalizione di oltre 70 investitori che gestiscono 18 mila miliardi di dollari, ha esercitato pressioni sui produttori affinché eliminassero le PFAS dalla supply chain. 

Queste pressioni hanno portato fornitori come 3M non solo a interrompere la produzione di PFAS, ma anche a interrompere o riformulare il proprio portfolio di oltre 20.000 prodotti che le contengono. Questa decisione ha ripercussioni sui produttori, che potrebbero ora trovarsi ad affrontare un’obsolescenza precoce dei componenti. 

Il Minnesota fissa gli standard per la conformità alle sostanze PFAS

Nel 2023, il Minnesota ha approvato la “Legge di Amara”, il segnale più chiaro che le normative a livello statale stanno spingendo per l’eliminazione delle sostanze PFAS dai prodotti. La legge: 

  • vieta le PFAS in 11 gruppi di prodotti di uso quotidiano a partire dal 1° gennaio 2025
  • obbliga produttori e distributori a registrare tutti i prodotti contenenti PFAS entro il 1° gennaio 2026 
  • vieta la vendita di quasi tutti i beni contenenti PFAS entro il 2032, a meno che il loro utilizzo non sia ufficialmente considerato “attualmente inevitabile”.

Anche se gli emendamenti proposti potrebbero modificare alcuni dettagli e tempistiche, l’impatto della legge è evidente. Per continuare a vendere nel mercato del Minnesota, le aziende devono: 

  • mappare rapidamente la presenza di PFAS nei loro prodotti in modo da poter soddisfare gli obblighi di registrazione e tariffazione 
  • collaborare con i fornitori per definire le tempistiche di rimozione o le giustificazioni per l’uso inevitabile 
  • stanziare fin da ora il budget per effettuare acquisti prima della cessazione della disponibilità o per le riprogettazioni, la cui pianificazione e certificazione potrebbero richiedere anni.

Uno Stato fa da apripista, gli altri seguono

Il Minnesota non è solo: decine di Stati, tra cui Maine, New Mexico, Illinois, California, Kentucky, Oregon, Connecticut, Rhode Island, New York, New Hampshire, Washington, Vermont, Michigan, Colorado e molti altri stanno emanando le proprie norme di segnalazione e divieti mirati. Le specifiche variano, ma la direzione è la stessa: tempi più rapidi, copertura di una gamma di prodotti più ampia e sanzioni più elevate. Se la tua azienda inizia a prepararsi ora al cambiamento, potrà trasformare un potenziale problema in un vantaggio competitivo.

Che cosa significa l’obsolescenza delle parti per i produttori? 

Man mano che i fornitori rimuovono le PFAS dai loro prodotti, i produttori sono costretti a prendere decisioni difficili e a farlo rapidamente. Probabilmente ti troverai ad affrontare uno o più di questi tre scenari:

1. Competere per i pochi componenti privi di PFAS disponibili

Con la scomparsa delle sostanze PFAS dal mercato, la domanda di alternative prive di PFAS sta esplodendo e l’offerta fatica a tenere il passo. Se un componente essenziale su cui fai affidamento diventa improvvisamente non disponibile, non sarai l’unico a cercare un sostituto. Questo tipo di concorrenza fa salire i prezzi, allunga i tempi di consegna e causa ritardi nella produzione. Se non hai mappato il rischio, potresti non accorgerti nemmeno che un componente sta scomparendo finché non è già esaurito.

2. Affrontare costose sostituzioni di apparecchiature

Alcuni rischi legati alle PFAS vanno oltre i prodotti. Se nelle attività della tua azienda si fa affidamento su materiali a base di PFAS (ad esempio, guarnizioni, tenute, lubrificanti industriali o anche rivestimenti speciali), potresti dover affrontare dei tempi di inattività solo per mantenere in funzione le linee. I materiali per manutenzione, riparazione e operazioni (MRO) contenenti PFAS stanno già diventando più difficili da reperire e le alternative prive di PFAS potrebbero non essere altrettanto performanti o durare altrettanto a lungo. Potresti essere costretto ad effettuare acquisti una tantum prima della cessazione della disponibilità, investire in nuovi macchinari o modificare completamente i processi principali. Non si tratta solo di un inconveniente, ma ha un impatto diretto sul budget di capitale e sulla strategia operativa dell’azienda.

3. Ripensare il prodotto dall’interno

È qui che la pressione si fa sentire. Se un componente integrato nel prodotto diventa obsoleto e nessun sostituto soddisfa gli standard di prestazione o di sicurezza, le uniche opzioni potrebbero essere una fine del ciclo di vita anticipata o una riprogettazione completa.

E le riprogettazioni non sono mai semplici.

Sostituire un componente con PFAS non significa solo sostituire i materiali. Gli ingegneri dovranno ripensare al funzionamento del componente, dalla resistenza al calore e agli agenti chimici, all’usura e alla durata. Prototipare, testare e convalidare la nuova configurazione può richiedere da uno a due anni, soprattutto se sono coinvolti più sistemi. Se il prodotto riprogettato non funziona allo stesso modo o non dura altrettanto, potrebbero sorgere problemi con i clienti in termini di aspettative, specifiche, garanzie o persino contratti di assistenza e riparazione se i nuovi prodotti hanno una durata più breve.

Poi arrivano le pratiche burocratiche. La riprogettazione può comportare la riqualificazione del prodotto per l’accesso ai mercati con certificazioni come CE, RCM, KCC, CCC, ETL; classificazioni delle emissioni; o altre normative specifiche del mercato come il REACH dell’UE o la Proposition 65 della California. Questi processi richiedono tempo. Trovare e qualificare nuovi materiali con le giuste qualità prestazionali potrebbe richiedere diversi anni e alcuni mercati potrebbero non essere accessibili fino a quando non saranno disponibili le certificazioni.

Se si ha fretta, la faccenda diventa costosa. Dovrai lottare per la disponibilità dei laboratori, pagare tariffe maggiorate e prendere scorciatoie rischiose che potrebbero influire sulla qualità o sulla conformità. La tua azienda non può permettersi di trovarsi in questa posizione.

Ma ci sono anche delle buone notizie: inizia subito e trasforma questi potenziali disagi a tuo vantaggio. Progettando prodotti privi di PFAS prima della concorrenza, non solo otterrai un accesso anticipato a nuove fonti di approvvigionamento e a tempi di analisi di laboratorio più rapidi: i prodotti privi di PFAS ti aiuteranno anche a mantenere l’accesso al mercato in un contesto normativo in rapida evoluzione, a soddisfare i tuoi clienti e a posizionare la tua azienda come leader nell’innovazione sostenibile.


Vuoi sapere quanto tempo richiede questo processo e cosa fare prima? Scarica la nostra guida Affrontare il cambiamento: i rischi emergenti delle PFAS e l’obsolescenza dei componenti per le aziende manifatturiere, per una ripartizione completa delle tempistiche, delle dipendenze e delle liste di controllo da seguire per rimanere sulla buona strada.

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Come Assent può aiutare

Quando si ha a che fare con centinaia o migliaia di componenti, normative che si sovrappongono e dati incompleti, i rischi legati alle sostanze PFAS sono difficili da individuare e ancor più difficili da gestire. L’EPA ha elencato oltre 16.000 sostanze chimiche PFAS note, per cui capire dove si trovano nei prodotti o nei processi della tua azienda può essere come cercare un ago in un pagliaio. Poi c’è la sfida di sapere se un fornitore sta pianificando di interrompere la produzione di quei materiali. Ma se aspetti fino a quando un componente chiave non sarà più disponibile nella supply chain della tua azienda, sarà già troppo tardi.

Ecco dove entra in gioco Assent. La piattaforma di sostenibilità Assent ti offre la visibilità, i dati e il supporto di esperti di cui hai bisogno per gestire in anticipo i rischi di obsolescenza e conformità correlati alle PFAS, in modo che non ostacolino la tua attività.

Abbiamo già raccolto milioni di dichiarazioni specifiche sulle PFAS dalle supply chain globali. Il 75 % di tali dichiarazioni contenenti PFAS riguarda sostanze che compaiono anche nell’elenco di sostanze dismesse da 3M, il che potrebbe essere un primo indicatore del fatto che tali componenti potrebbero non essere disponibili domani. I clienti di Assent scoprono regolarmente che il 3–5 % dei loro componenti contiene almeno una sostanza chimica PFAS: questa statistica è stata ricavata direttamente dalle dichiarazioni dei fornitori presenti nella nostra piattaforma. Tali dichiarazioni non solo soddisfano i crescenti obblighi di segnalazione e restrizione, ma segnalano anche i componenti che potrebbero raggiungere la fine del loro ciclo di vita molto prima del previsto.

La nostra piattaforma potenziata dall’IA semplifica il coinvolgimento dei fornitori, consentendoti di effettuare rapidamente sondaggi sull’utilizzo di PFAS, sull’approvvigionamento e sui piani di sostituzione dei componenti. Questo si traduce in approfondimenti più rapidi, meno sorprese e più tempo per prendere decisioni intelligenti su acquisti prima della cessazione della disponibilità, riprogettazioni o strategie di certificazione.

E quando è il momento di agire, Assent ti offre un percorso chiaro da seguire. Che tu stia aggiornando le dichiarazioni di conformità, lavorando sugli obblighi REACH o TSCA, o considerando una riprogettazione del prodotto, la nostra piattaforma ti aiuta a gestire i dettagli e mantenere il controllo.

Non devi affrontare tutto da solo. Con Assent, hai anche accesso a un team di esperti di normative che comprendono le tue esigenze. Come ha affermato Patrick Hallan di Doosan Bobcat: “Assent riduce il carico di lavoro della nostra azienda fornendo soluzioni organizzative e di comunicazione che ci aiutano a raccogliere e analizzare i dati dei fornitori”.

Se sei pronto a proteggere la tua azienda dalle interruzioni, è il momento di agire. Prenota una demo per scoprire come Assent può aiutarti.

Domande frequenti: L’obsolescenza delle sostanze PFAS e la soluzione di Assent

D: Cosa implica la scadenza del 2025 per l’obsolescenza delle PFAS?
La fine del 2025 segna l’eliminazione graduale da parte di 3M della produzione di PFAS, e molti altri produttori di sostanze chimiche ne stanno seguendo l’esempio. Ciò significa che la disponibilità di componenti con PFAS integrati diminuirà drasticamente, costringendo i produttori a cambiare rapidamente strategia per non rischiare interruzioni nella supply chain.

D: Come faccio a sapere se le PFAS sono presenti nella supply chain della mia azienda?
Per la maggior parte delle aziende è così. L’83 % dei clienti di Assent ha già identificato almeno una sostanza chimica PFAS nei propri componenti, mentre gli altri probabilmente lo faranno presto. Dato il largo impiego delle sostanze PFAS, la questione non è se sono presenti nella supply chain, ma dove e quanto presto possono essere identificate. La soluzione di identificazione PFAS e il sondaggio informativo esteso sulle PFAS di Assent ti aiutano a individuare l’uso di PFAS, coinvolgere i fornitori nella ricerca di potenziali sostituzioni e pianificare di conseguenza.

D: Perché dovrei preoccuparmi delle tempistiche e dei costi di ricerca e sviluppo?
Affrettarsi a riprogettare o certificare i prodotti può portare a costosi errori di progettazione, ritardi nell’accesso al mercato e una corsa alla ricerca di componenti alternativi. Identificare tempestivamente queste esigenze consente di gestire le risorse in modo più efficace e ridurre i rischi.

D: Qual è il modo migliore per prepararsi all’obsolescenza dei componenti dovuta alle restrizioni sulle sostanze PFAS?
Inizia analizzando la supply chain della tua azienda. Coinvolgi i fornitori in merito al loro stato riguardo le sostanze PFAS e ai piani di eliminazione graduale, valuta la possibilità di effettuare gli acquisti prima della cessazione della disponibilità per componenti critici e considera di investire in nuovi materiali o attrezzature. Assent supporta l’intero processo semplificando la raccolta dei dati, analizzando le risposte dei fornitori e offrendo informazioni chiare sui potenziali rischi della supply chain.

D: In che modo Assent aiuta le aziende a rimanere conformi alle normative in evoluzione?
Assent fornisce una copertura normativa aggiornata e strumenti automatizzati di raccolta dati per garantire che i prodotti soddisfino gli obblighi in continua evoluzione, come il REACH. Grazie alla nostra piattaforma puoi monitorare le nuove restrizioni sulle PFAS, rispettare le scadenze di segnalazione e mantenere i tuoi prodotti sul mercato.

Cally Edgren
Cally Edgren | Vice President, Regulatory & Sustainability

Cally is a proven compliance program leader with experience developing, communicating, and executing company goals and strategies. She is a subject matter expert on product materials compliance as well as market access certifications and has a background in program and process development to support...

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